Poche band hanno rinvigorito il pop francese come i La Femme nell’ultimo decennio.
Paradigmes, il tanto atteso terzo album della band di Biarritz, offre un cambiamento nel modo di vedere il mondo, un caleidoscopico vortice verso una dimensione diversa e più vibrante.
La Femme ha sempre assimilato i suoni che la circondano. Il loro album di debutto del 2013 Psycho Tropical Berlin ha reso omaggio al kosmische, al surf rock e alle onde fredde; il secondo – Mystère del 2016 – ha ibridato elementi di psych disco, iconografia egiziana e sapori inebrianti tratti dall’hip hop Motown degli anni ’90. È musica per l’era di Internet, che attinge al buon gusto vintage ed eclettico del passato, in cui i collage giocosi su suoni dadaisti vengono trasformati in qualcosa di esuberante e straordinario, con l’esuberanza di testi che sono divertenti e filosofici.
I due principali cantautori che hanno fondato insieme la band, Sacha Got e Marlon Magnée, sono il cuore tradizionale di La Femme, la loro visione è consolidata sul palco dalla magistrale sezione ritmica di Sam Lefevre e Noé Delmas (rispettivamente basso e batteria), e sublimato dal talento vocale di cantanti come Alma Jodorowsky, Clara Luciani, Clémence Quélennec, Grâce Hartzel e Jane Peynot: “Ci sono un sacco di musicisti jazz in questo album”, dicono Got e Magnée, “e un sacco di cantanti donne – come c’erano nei dischi precedenti. Il suonatore di banjo su “Disconnexion” viene da Memphis. Ma come sempre, non ci sono artisti ufficiali in primo piano o apparizioni di guest star”.